CON RESTAURO DI UN VECCHIO BANCONE
A volte sarebbe interessante fermarsi un attimo e mettere a fuoco il progetto creativo che ognuno di noi possiede e che poi applica in varia misura nelle sue competenze. È difficile l’analisi di un processo creativo che mi vede girare per la testa righe, numeri, prospettive, materiali , colori e che devono poi andare ognuno al loro posto in bell’ordine: le righe e i numeri con Autocad, le prospettive con i disegni o i rendering, materiali e colori con costruttori o imbianchini. Potrei dire che la semplice esperienza non basti a creare un progetto che sia tanto bello da poter accontentare la mia immaginazione.
Un esempio potrebbe essere la ristrutturazione di un bar con budget limitato e un vincolo imprescindibile: il bancone non può essere cambiato!
Così di fronte a questo vecchio bar di un Patronato comincio a focalizzare quale sarebbe l’elemento che mi può ispirare per cominciare un processo creativo che comprende la scelta del colore, delle luci, delle forme, della disposizione degli arredi, della funzionalità, ma soprattutto, considerando lo scopo di aggregazione sociale del bar, come infondere all’ambiente un senso di tranquillità, un luogo dove sentirsi tranquilli soli o in compagnia.
Ed ecco, il rivestimento a doghe del bancone è stato l’elemento d’ispirazione.
Riprendendo la stessa sequenza di doghe con cui ho progettato la boiserie con ripiani per bottiglie e bicchieri, scegliendo il colore che farà poi da filo conduttore per sedie e la tinteggiatura di un angolo più intimo. L’uso del colore solo nella zona centrale e l’inserimento di un grande specchio che focalizza lo sguardo, ridimensiona la lunga parete.
Foto by Paolo Zanasco